Fatti di cronaca vera

Fatti di cronaca vera
Quando la verità fa Male...

martedì 7 gennaio 2014

Anche "Ginosa" nella "Terra dei Fuochi"

Anche nel territorio di Ginosa e nei paesi vicini (Laterza, Montescaglioso, Metaponto) e nel territorio di Matera, abbiamo una forte concentrazione di "Rifiuti Tossici ed Inquinanti", giustamente non se ne parla per non allarmare (ma nascondere). Un paese che da 13 anni circa, con un alto tasso di morti da Tumore, Leucemia, Diossina e Amianto. Per cui quando vedete fumi neri all'orizzonte che bruciano nelle campagne durante l'anno ma di più in estate, vuol dire che i bastardi stanno bruciando (gomme, plastica e quant'altro posa nuocere alla nostra salute e all'ambiente che ci circonda).



Altre pagine interessanti da poter visionare, su ciò che accade in questo paese di Merda
Ginosa Notizie 6 (del 14 Aprile 2014)
http://blobjonico.blogspot.it/2014/04/ginosa-notizie-6.html Ginosa, paese di furti, scippi, suicidi, piromani, crolli, indagati e...? (del 24 Marzo 2014)
http://blobjonico.blogspot.it/2014/03/ginosa-paese-di-furti-scippi-suicidi.html
Ginosa Notizie 5 (del 17 Marzo 2014)

http://blobjonico.blogspot.it/2014/03/ginosa-notizie-5.html 
Ginosa Notizie 4 (del 09 Febbraio 2014)
http://blobjonico.blogspot.it/2014/02/ginosa-notizie-4.html

Ginosa Notizie 3 (del 19 Gennaio 2014)
http://blobjonico.blogspot.it/2014/01/ginosa-notizie-3.html 
Le strade di Ginosa, la segnaletica e quant'altro che non và (del 01 Dicembre 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/12/le-strade-di-ginosa-la-segnaletica-e.html

Ginosa Notizie 2 (del 16 Novembre 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/11/ginosa-notizie-2.html
Ginosa Notizie (del 12 Settembre 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/09/ginosa-notizie.html
Ginosa, rifiuti qua e là! (del 26 Giugno 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/06/ginosa-rifiuti-qua-e-la.html
Degrado a Ginosa (TA) (del 26 Giugno 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/06/degrado-ginosa-ta.html
Ginosa, paese di furti, scippi, suicidi, piromani, crolli, indagati ed arrestati. (del 12 Giugno 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/06/ginosa-paese-di-furti-scippi-suicidi.html
Allarme "Amianto" a Ginosa (del 12 Aprile 2013)
http://blobjonico.blogspot.it/2013/04/allarme-amianto-ginosa.html
IN CONTINUO AGGIORNAMENTO



Da il giornale on-line "GINOSANEWS" e da "Allnews", pagina di FB
ASECO, PER RIDURRE MIASMI NUOVO IMPIANTO, MA PIU’ CAPACITA’. No unanime dal Consiglio comunale e dai residenti in contrada Lama di Pozzo (del 04 Maggio 2014).
Aseco, la zona di bio-ossidazione.
QUOTIDIANO DI PUGLIA 3 MAGGIO 2013
di Nicola NATALE
L’Aseco, stabilimento strategico e gallina dalle uova d’oro. 
Per questo l’idea di spostarla  o quantomeno annullarne le emissioni   come vorrebbero i tanti residenti di contrada lama di pozzo esasperati dalla puzza, dalle mosche e dai ratti è fuori discussione. 
Anzi, nella mattinata di ieri il consiglio comunale si è nuovamente riunito per discutere della proposta di “ri-funzionalizzazione ed ampliamento”. E per chiarire che l’ufficio tecnico ha già risposto picche alla richiesta della Regione Puglia di consentire una deroga alle norme vigenti per cui quell’impianto in quella zona non avrebbe proprio dovuto esserci.
Un momento della seduta del 2 maggio 2014 su Aseco.
"Un eccesso di democrazia" secondo il cons. com. Stefano Notarangelo
Una prima autorizzazione come è noto risale ai tempi dell’amministrazione Costantino (1993-2001) e poi è stata perfezionata con procedura ordinaria dal servizio ecologia della provincia di Taranto nel novembre del 2005. 
Da allora non c’è stata mai pace tra i residenti della zona e  la proprietà prima privata,  poi pubblica (Aqp) dell’impianto che tratta fanghi agroalimentari e biologici (da depurazione) e potature vegetali per farne compost di qualità. 
Un’area, quella di Lama di Pozzo di coltivazioni intensive e residenze di campagna tra Ginosa e Marina di Ginosa che ha subito un consistente deprezzamento proprio per le continue emissioni odorigene che pure il management aveva promesso di ridurre dopo parecchi incontri ed interventi avvenuti anche in provincia di Taranto. 
L'ing. Vincenzo Romano (aqp)
l'amministratore unico di Aseco
Pertanto ieri il consiglio comunale ha ribadito il suo no all’ampliamento nonostante l’ing. Vincenzo Romano nel suo intervento (contestatissimo) abbia dichiarato non solo l’importanza e la strategicità di queste stazioni che accolgono fanghi di depurazione e frazione umida ma soprattutto la necessità di allargarne una parte e chiuderne un’altra per arrivare a chiudere completamente il circuito e ridurre al minimo le emissioni odorigene. 
Di cancellarle del tutto non se ne è parlato. Tuttavia un reattore anaerobico, dove la trasformazione della maturazione del compost possa avvenire senza ossigeno è una delle migliori tecnologie disponibili ma chiaramente, come è già avvenuto per la progeva di Laterza, la contropartita è un’allargamento della capacità produttiva.
Una delle foto pervenute da uno dei residenti
delle acque presenti nel suo terreno.
L’Aseco ha ribadito inoltre di praticare tariffe molto vantaggiose al comune di Ginosa ma questo se possibile ha esacerbato ancor di più gli animi dei cittadini presenti: “paghiamo per intero la nostra tassa rifiuti, non abbiamo bisogno di sconti in cambio di un’ambiente invivibile”. 
Il nodo ora è capire se Aseco può comunque sorpassare il parere negativo del Comune anche motivato nuovamente con le indicazioni di merito fornite dal nuovo responsabile urbanistico arch. Venneri.
L’impressione è che l’Aseco sia diventata troppo importante nel processo di smaltimento di fanghi di depurazione e frazione umida per subire anche una temporanea chiusura o addirittura un cambio di residenza. 
Tra l’altro difficilmente ipotizzabile in un territorio come quello ginosino, ampiamente coltivato ed antropizzato. 
Aseco,
l'articolo del Quotidiano di Puglia del 3 maggio 2014
Resta un fatto però: i processi ancora oggi non si svolgono completamente al chiuso e la puzza resta ed è insopportabile secondo i cittadini. 
Per cui la risposta, provocatoria quanto si vuole è stata questa dal pubblico: “trasformate l’impianto con le attuali capacità, vediamo cosa succede e poi si può pensare ad un ampliamento”. 
Sarà un ulteriore caso di sindrome nimby (non nel mio giardino) ma  provatelo a spiegare a chi in quella bella contrada ci ha fatto una villa o aveva un reddito dalle sue coltivazioni, ora impossibili. 
Resta il fatto che la Puglia come tutta l’Italia deve smaltire in piena efficienza i suoi residui organici e forse la proprietà pubblica dell’Aseco può costituire una garanzia aggiuntiva. 
Anche se per tante altre realtà, anche vicine, non è certo andata così.
http://ginosanews.blogspot.it/2014/05/aseco-per-cancellare-miasmi-nuovo.html?spref=fb

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Da il quotidiano on-line "Basilicata24.it"
veleni affondati
Un oceano di rifiuti (del 26 Aprile 2014).
I rifiuti radioattivi e la loro gestione

“L'affondamento in mare di rifiuti radioattivi – si scrive in un report Enea del '90 dal titolo Indirizzi generali e pratiche di gestione dei rifiuti radioattivi – è stato un metodo di smaltimento largamente utilizzato in passato”. Nel '90 dunque, e nonostante 8 anni prima fosse entrata in vigore la Convenzione di Londra che sospese il metodo per l'ovvia pericolosità, l'Enea ancora affermava che “lo scopo delle operazioni di affondamento in mare non è, dunque, quello di realizzare necessariamente un contenimento assoluto mediante contenitori stagni e resistenti alla corrosione per tutto il tempo in cui i rifiuti sono attivi, ma piuttosto quello di allontanarli dall'ambiente direttamente interessante l'uomo”. Un po' come evacuare la cacca più a largo sperando che non torni sul bagnasciuga insomma. 
Le discariche oceaniche. Per capire la portata di quella che Enti governativi prima del 1982 definivano dispersione in ecosistemi aventi solo tenui e indiretti legami con le catene alimentari e l'uomo, l'Enea ci dice per esempio che solo gli Usa tra il '51 e il '67 hanno riversato nell'Atlantico circa 34mila containers, per un'attività radioattiva totale intorno a 80mila Curie (Ci, 10milaCi equivalgono a 370 Tera Bequerel, ndr). In realtà il Dipartimento del commercio Usa ci informa che di containers ne sono stati smaltiti 90mila, l'80% dei quali nell'Atlantico, a 120 miglia a sud est dalle coste newyorkesi. Nelle Isole Farallon, tra 25 e 60 miglia oltre la costa del Pacifico invece, vengono ufficialmente scaricati 47.500 containers per un'attività di 14mila Ci (1/1000 per l'attività beta-gamma annuale e 1/10000 per l'alfa, stando ai limiti internazionali, ndr). Come si vede lo scaricato alle Farallon non rappresenta certo il 20%. Ma è interessante di questa storia la rendicontazione approssimativa, applicabile a tutti gli Stati che hanno smaltito e permesso di smaltire in questo modo. La Gran Bretagna (GB), stando all'Enea, tra il '49 e il '66 ha buttato a picco circa 50mila containers per un totale di 45mila Ci di attività radioattiva. Dal '49 al '82 il regno di sua maestà d'Inghilterra ha affondato bidoni per circa 2.700 tonnellate l'anno. Un totale di 89 milioni di chili. Negli anni '60 poi, vari paesi europei ebbero problemi derivanti dal progressivo accumulo di grandi quantità di rifiuti radioattivi. Di fronte alle difficoltà, “particolarmente gravi” per Belgio Olanda e Svizzera, la Nuclear Energy Agency (NEA, ndr) organizzò nel '67 la prima d'una serie di operazioni internazionali di affondamento in mare sotto la sua sorveglianza. Operazioni andate avanti quasi ogni anno sino al '76 con la partecipazione regolare di GB, Belgio, Olanda e in una o due occasioni Svizzera, Francia, Germania, Svezia, e Italia. 
L'evacuazione nucleare. Le operazioni ampiamente documentate consistevano nell'andare a largo pieni di bidoni e scaricarli in fondo al mare (foto1). Tutto qua. Al resto ci avrebbe pensato l'Oceano. Dove ce lo dice una cartina (vedi foto cartina Aree di smaltimento). Dal '50 al '63 la lungimirante GB ha scaricato circa 19milioni di chili di rifiuti radioattivi persino nel canale La Manica, dove la profondità massima, spiega la Treccani, è di 172 metri (altro che isolati abissi), con correnti di riflusso verso Sud-Ovest, cioè verso le coste francesi e spagnole. A poco più di 200km dalle stesse coste sempre la GB, assieme al Belgio in un'occasione, ne scarica circa 11 milioni di chili. Da 500 a 700Km sulla stessa direttrice di costa (qui per fortuna andiamo oltre i 4.000 metri), sempre GB protagonista, ma questa volta assieme a Belgio, Francia, Germania, Olanda, Svizzera, Svezia e Italia, ne scarica circa 19 milioni di chili. L'Italia partecipa con un piccolo lotto di 100 bidoni dice l'Enea. 50.000kg solo italiani buttati a 4000m di profondità (foto2). In quest'area producono un'attività radioattiva di 1.641Ci per gli alfa emettitori, e 131.624Ci per i beta-gamma emettitori. In una operazione del '67, poco oltre 200km le coste portoghesi, GB, Belgio, Francia, Germania e Olanda di chili ne scaricano circa 11 milioni. A poco più di 300km dalle coste portoghesi (700 da quelle francesi e spagnole), dove le correnti oceaniche verso lo Stato portoghese non scherzano, dal '71 al '82 GB, Belgio, Francia, Olanda e Svizzera ne scaricano ben 84 di milioni di chili di rifiuti, per un'attività radioattiva quantificata in 13.052Ci alfa, 853.952Ci beta-gamma, e 411.086Ci tritio. Tra i 200 e i 400km dal Marocco sempre la GB ne scarica circa 13milioni di kg. Avrà comportato qualcosa creare questa enorme discarica radioattiva atlantica?
Quei controlli discreti e approssimativi. Nel '54 il Dipartimento del commercio statunitense già s'era occupato di smaltimento dei rifiuti radioattivi nell'Oceano. Raccontava come si dovevano smaltire e assicurava, "è tutto apposto, si può fare". Calcolava però sia una contaminazione diretta (la quantità di isotopi radioattivi in diluizione nell'acqua), sia una indiretta. “Il maggiore inquinamento – ricordavano – si verificherà probabilmente tramite l'accumulo di isotopi radioattivi in organismi consumati come cibo dagli esseri umani”. Calcoli assolutamente inutili viste le innumerevoli incognite nella pratica. Ma si sa quella di dire e non dire è un po' la tecnica del “bastone e della carota” applicata al linguaggio istituzionale. Nel '81comunque, altro report del Dipartimento. Anche questo con un titolo rilassante sui rifiuti radioattivi scaricati nel Pacifico e nell'Atlantico. Da una lato dicevano che l'inquinamento era stato enfatizzato e che l'Ente di controllo ambientale (Epa, ndr) aveva garantito che i rifiuti s'erano diluiti senza far danno. Il plutonio, per l'Epa, era intrappolato tranquillo nei sedimenti. Di correnti oceaniche e pesca a strascico nei dintorni nemmeno a parlarne. D'altro canto affermava pure che il 95% di quei rifiuti erano di origine commerciale e che i controlli che erano stati effettuati in quel periodo dall'Atomic Energy Commission su quantità e tipologia erano parecchio “discreti e approssimativi”. Si riportava genericamente “rifiuti atomici”. Quindi non si sapeva effettivamente cosa e quanto fosse stato buttato in mare.  
Gli effetti collaterali statunitensi. Un professore dell'Università californiana di Santa Cruz invece, non fu proprio d'accordo. L'anno prima aveva evidenziato che nel sito delle isole Farallon la radioattività derivata dalle passate attività di smaltimento di rifiuti radioattivi era già entrata nella catena alimentare perché presente nelle specie di pesce in vendita. Più quei contenitori si deterioreranno, concludeva, maggiore sarà la contaminazione che ci si dovrà attendere. Quindici anni dopo, uscì sulle Farallon un altro studio. Mostrò che le concentrazioni sia di plutonio 238 sia di americio 241 nei tessuti dei pesci erano particolarmente elevate rispetto ad altri siti nel mondo, inclusi quelli potenzialmente contaminati. “Questi risultati – asseriva – mostrano concentrazioni di plutonio 239 e 240 approssimativamente 10 volte più alte dei valori riportati per identiche specie ittiche dal '77, e 40-50 volte più alte per il plutonio 238”. Tanto tranquillo dunque, quel plutonio non se ne stava nei sedimenti. Del resto già nel '54 il Dipartimento del commercio aveva avvertito, lo smaltimento di rifiuti radioattivi nell'Oceano un giorno avrebbe potuto raggiungere proporzioni tali per cui sarebbe stato necessario affrontare conseguenze relative al loro deterioramento. E come non dargli torto. Una centrale sotto l'Atlantico. Nel nord-est dell'Atlantico non va meglio. Si è prodotta un'attività alfa beta e gamma pari a 42.250 Tera Bq (Tera=mille miliardi, ndr) principalmente in quattro aree (numerate da 1 a 4 nella cartina Aree di smaltimento). Anche se il più blando tritio rappresenta un terzo dell'attività radioattiva totale dei rifiuti scaricati dicono, le aree sono state monitorate negli anni perché quei rifiuti contengono beta e gamma emettitori come cesio134 e 137, stronzio90, ferro55, cobalto58 e 60, iodio125 e carbonio14. Il 2%, dicono documenti ufficiali, è fatto di alfa emettitori con un'attività tra 0,7 e 0,85 Peta Bq (Peta=un milione di miliardi, ndr) dovuta principalmente a plutonio e americio. “Benché sembri una piccola quantità – scrive il governo tedesco in un report – bisogna tenere a mente che il totale degli alfa emettitori rilasciati dall'impianto nucleare britannico di Sellafield è 0,8 Peta Bq”. Rassegnamoci a una Sellafield sotto il mare incontrollabile. Il governo tedesco ci dice pure che lo 0,1% del contenuto di quei containers scaricati sono stati rilasciati nei primi 20anni, che il tempo di logoramento dei bidoni è stimato in 20 anni ma che il tempo di decadimento di radioisotopi come Ferro55 e Plutonio239 va rispettivamente da 30 a oltre 100mila anni. Avrebbero fatto prima a buttarli senza metterli in bidoni. Ma cosa è cambiato dal momento dell'affondamento? 
Gli effetti collaterali europei. Sempre i tedeschi raccontano che era stato già calcolato che quei bidoni si sarebbero perforati nel giro di 10-40 anni. Un'ispezione nel '83 nel sito in cui dal '77 al '82 sono stati affondati la maggior parte dei rifiuti radioattivi, riscontrò che i barili erano in buono stato ma che il metallo di alcuni era deformato e aveva iniziato a corrodersi (foto4). L'anno dopo altra ispezione. Risultato? Un bidone aveva perso il coperchio, un altro mostrava contaminazione principalmente da americio241. Anche se in generale è tutto a posto per i tedeschi, scrivono che i risultati confermano che in 3 anni si possono perdere coperchi e tappi a seconda del tipo di contenitore, dopo13/20anni si può avere la rottura e corrosione dei bidoni (in realtà dal '77 ne erano passati appena 5), c'è inoltre da tener conto del rilascio del 1% annuo di sostanze radioattive con decadimento da 30 a 100mila anni. Un calcolo, dicono, concorde ai risultati ottenuti dagli Usa per il sito delle Farallon. E anche la spedizione tedesca del '83 riscontra in crostacei, pesci degli abissi e organismi dei fondali come attinie e oloturie al centro dell'area di affondamento del '67 elevate concentrazioni di Cesio137 e Stronzio90. In altri campioni prelevati nel sito di smaltimento del '77-'82 trova in organismi dei fondali elevati livelli di Plutonio239-240. I contaminanti che aderiscono ai sedimenti, si scriveva ufficialmente nel 2000, ci restano indefinitivamente. Predire la dispersione di tali sostanze è difficile per i molti aspetti sconosciuti. Dallo stato dei rifiuti, al movimento dei radionuclidi nell'ambiente, agli alimenti consumati da coloro che possono essere probabilmente esposti. 
http://mondo.basilicata24.it/inchieste/inchieste-online/oceano-rifiuti-13606.php 
Da "Sulatestagiannilannes" blogspot.it
IN BASILICATA UNA FABBRICA SEGRETA DI COMBUSTIBILE NUCLEARE DELL'ENI. MARCEGAGLIA INSABBIA O BONIFICA? (del 18 Aprile 2014).
Basilicata: centro nucleare - foto Gianni Lannes  (tutti i diritti riservati)
Fior di magistrati l'hanno cercata, ma non l'hanno mai trovata. Forse perché era ben mascherata nel vasto ed impenetrabile - se non per l'ecomafia di Stato - centro Enea della Trisaia, ed è stata confusa con l'Itrec. La documentazione ufficiale e un'ispezione del sito ne provano l'esistenza e le ignote attività. In altri termini: un sito di produzione industriale di combustibile nucleare mimetizzato dentro un centro di ricerca. La popolazione della Lucania, ovviamente, non è stata ma informata sul conto di queste pericolose attività.
il centro nucleare dell'Enea - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
In Basilicata l'Eni ha fabbricato combustibile nucleare destinato alla centrale atomica di Latina, al fine di produrre plutonio. Infatti, il 7 ottobre 1967 fu costituita la società Combustibili Nucleari fra l’UKAEA, ente di Stato inglese per l’energia atomica, e la società Somiren del gruppo ENI con quote paritetiche del capitale sociale. Attività prevista per la società: assemblaggio e fornitura all’Enel del combustibile nucleare necessario per alimentare la centrale a sistema Magnox. La centrale di Latina fu costruita dalla società Agip Nucleare Spa del gruppo ENI e dalla società inglese NUCLEAR POWER PLANT Company, su know-how inglese. Il combustibile per alimentare centrali a grafite di quel tipo era fornito esclusivamente dall’UKAEA. 
Nel luglio 1968 il Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare (in seguito denominato ENEA) concesse in locazione all’ENI un’area compresa nel centro di sperimentazione nucleare della Trisaia, in agro di Rotondella (provincia di Matera), al fine di installarvi un impianto per la fabbricazione di combustibile nucleare. Successivamente l’ENI cedette il predetto contratto con tutti gli obblighi conseguenti alla Combustibili Nucleari. Il 15 febbraio 1969 lo Stato rilasciava l'autorizzaizone a fabbricare combustibile nucleare.
Nel corso del tempo l’UKAEA è stata costituita nella Combustibili Nucleari dalla British Nuclear Fuel Ltd (BNFL), sua controllata al cento per cento. La partecipazione dell’ENI è transitata da Somiren all’Agip Nucleare, e infine all’Agip, overo semrpe ENI. I due soci della Combustibili Nucleari, ossia quello inglese e quello italiano, sono stati proprietari paritetici al 50 per cento fino al 22 aprile 1988, quando l’Agip acquisì l’intera quota inglese, divenendo l’unico azionista della Combustibili Nucleari. L’organico della Combustibili Nucleari (una società privata) è stato assunto in blocco dall’Enea (lo Stato) nel 1988. Lo stabilimento di assemblaggio fu costruito dalla Combustibili Nucleari (che aveva sede legale a Milano e sede operativa a Rotondella) su di un terreno di proprietà dell’Enea, sito dentro il centro Ricerche Enea della Trisaia, in riva al mar Jonio. La Combustibili Nucleari ha svolto attività di assemblaggio e fornitura di combustibile Nucleare all’Enel per la centrale di Latina, è in liquidazione dal 22 gennaio 1994.
Nel decreto di sospensione della licenza di esercizio datato 18 aprile 1988, si legge:
«Visto il proprio decreto n. VIII – 18 del 15.2.1969 con il quale la Combustibili Nucleari S.p.A., con sede in Rotondella (Matera), è stata autorizzata a costruire un impianto per la fabbricazione di elementi di combustibile nucleare (Magnox) nel proprio stabilimento di Rotondella… E’ fatto obbligo alla predetta Società, decorsi cinque anni dalla data di rilascio della nuova licenza di esercizio, citata in premessa, di presentare una relazione sullo stato di conservazione delle condizioni di sicurezza e di radioprotezione dell’impianto».
Oggi per lo Stato, in ragione dei soliti giochi di prestigio, questo fantasma nucleare dell'ENI che ha operato per 18 anni, non esiste, ma la popolazione italiana è obbligata a farci i conti in termini di salute perduta per sempre.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/04/in-basilicata-una-fabbrica-segreta-di.html?spref=fb
Dall’incubo diossina alla semina della canapa: la rinascita di una masseria di Taranto (del 02 Aprile 2014).
Vincenzo FornaroUna masseria che sorge vicino all’Ilva, dopo essere diventata vittima dell’inquinamento che affligge il territorio in provincia di Taranto, potrebbe diventare il simbolo della rinascita della zona grazie alla canapa.
Tutto ha inizio nel 2008 quando nella Masseria del Carmine, così come in altre aziende agricole che operano nei dintorni del centro siderurgico più grande d’Europa, vennero abbattuti 600 ovini, tra pecore e capre, risultati contaminati da diossina e Pcb. Per Vincenzo Fornaro (nella foto)e molti altri allevatori della zona fu un colpo durissimo, tanto che nei giorni seguenti spiegò che oltre ai suoi animali e alla sua terra, “l’acciaieria mi ha inquinato anche l’anima”.
La buona notizia è che sabato 5 aprile la masseria tornerà a vivere, grazie alla semina della canapa. Nel raggio di 20 chilometri è infatti tutt’ora in vigore il divieto di pascolo. Ed è proprio qui che entrano in gioco le capacità di fitorimediazione della pianta di canapa che si incrociano con le necessità del territorio, tarantino e non solo, e con l’azione di CanaPuglia, associazione pugliese protagonista di un risveglio culturale a 360 gradi per quello che riguarda questa incredibile pianta.
canapaIl progetto C.A.N.A.P.A. mira, nel periodo di pochi anni, a circondare il polo siderurgico con una green belt (cintura verde) di canapa. L’idea è di coinvolgere le diverse aziende agricole vicine, i cui terreni sono nelle immediate vicinanze dell’Ilva, per avviare la fitodepurazione, tecnica e meccanismo naturale grazie al quale diverse piante (Canapa, Cotone, Lino, etc.) contribuiscono alla bonifica di siti contaminati, producendo nel contempo materia prima utile nel settore non alimentare (edilizia, energia, biocompositi, etc.) La canapa che crescerà su questi territori, prima di essere utilizzata, sarà analizzata in ogni sua parte come lo stesso suolo. È proprio questo il fulcro del progetto: verificare quali inquinanti sequestra la pianta, in che quantità e in quale parte.
Come racconta Inchiostroverde.it, Vincenzo Fornaro ha spiegato che: “La canapa ha diversi usi: tessile, alimentare, farmaceutico. Noi siamo orientati verso la produzione tessile”. L’appuntamento è per il 5 aprile alle 10 e tutti i cittadini sono invitati ad assistere all’evento. Il riscatto di una terra inquinata parte da qui, con la canapa protagonista di un cambiamento concreto e possibile.
Redazione Canapaindustriale.it
http://www.canapaindustriale.it/2014/04/02/dallincubo-diossina-alla-semina-della-canapa-la-rinascita-di-una-masseria-di-taranto/
Da "La Goccia", pagina di FB
Assessore Galante sarà bonificata la zona di via Palatrasio? (del 17 Marzo 2014)
Alla cortese attenzione degli amministratori del Comune di Ginosa!!!
Commenti:
LA GOCCIA Non sono abituato ad ascrivere responsabilità agli amministratori tanto per, semmai sono attento e coscienzioso . Se mi sono permesso di ribadire questa situazione è perchè quell'area appartiene a qualcuno (a chi?), è stata usata come luogo per “depositare” materiale di scavo (chi ha autorizzato?). Nessuno, poi, si è preoccupato di far rimettere i “luoghi” nella condizione iniziale… nessuno si è preoccupato di chiudere quella zona e nessuno si sta preoccupando di bonificarla. Il deposito di amianto è un pericolo reale per la salute dei cittadini della zona che, giusto per ricordarlo, è quella dove ci sono un numero elevato di bambini. Stefano Giove
LA GOCCIA Questo sito utilizzato a discarica è stato già segnalato, alle autorità comunali in passato e nessuno si è preccupato di intervenire. Il occasione della 1ª Giornata Ecoligica, mi sono preoccupato di ri-segnalare la situazione all'assessore Leonardo Galante. Aspettiamo i fatti!!! Stefano Giove
 
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Da il portale "Tuttogreen.it" (del 11 Marzo 2014).
Puglia: fanghi tossici sotto gli ulivi

Tredicimila tonnellate di fanghi tossici sepolti in aperta campagna, tra ulivi e piante da frutto disseminate nell’hinterland brindisino: questa la sconcertante scoperta dei Carabinieri del Noe di Lecce che ha portato al sequestro di una ditta di Mesagne che gli inquirenti ritengono responsabile dell’ennesimo episodio di smaltimento illecito di rifiuti tossici che si consuma in Puglia.
Rifiuti ed amianto, oltre 100mila euro impegnati per il risanamento di Carmiano
Il sequestro preventivo è così scattato anche sui 30.000 mq di terreno adiacente alla Statale 16 che collega il capoluogo brindisino con San Vito dei Normanni.
Le indagini effettuate dai carabinieri hanno portato alla luce un racket che gestiva migliaia di tonnellate di fanghi di drenaggio provenienti dall’ex-area Belleli del Porto di Taranto e solo apparentemente destinate al regolare smaltimento in apposite aree attrezzate. In realtà i pericolosi carichi venivano riversati in vere e proprie discariche abusive e miscelati con rifiuti di ogni genere che ne aumentavano il potenziale inquinante, nella più totale violazione di tutte le norme ambientali.
Quattro persone sono finite nel registro degli indagati, tra i quali figurano due proprietari terrieri, il titolare di una ditta locale e un autotrasportatore sorpreso in flagranza di reato. I reati ipotizzati sono gestione illecita dei rifiuti e realizzazione di discarica abusiva.
Non è la prima volta che in Puglia si consumano reati ambientali di questo tipo. Già nel marzo 2013, ancora nel brindisino, gli inquirenti avevano sgominato un traffico di rifiuti tossici provenienti dall’ex-area Belleli. L’operazione evitò l’arrivo di altre 70.000 tonnellate di fanghi pericolosi già pronti per essere tombati nelle cave adiacenti alle campagne degli ultimi ritrovamenti, dove ora si teme per il rischio contaminazione delle falde acquifere e per l’immissione di sostanze altamente inquinanti nella catena alimentare.
Ma la domanda più inquietante è sempre la stessa: quante discariche abusive devono essere ancora scoperte?
http://www.tuttogreen.it/puglia-fanghi-tossici-sotto-gli-ulivi/

Da il giornale on-line "Lecceprima.it" (del 11 Marzo 2014).
Rifiuti ed amianto, oltre 100mila euro impegnati per il risanamento di Carmiano
 


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Rifiuti ed amianto, oltre 100mila euro impegnati per il risanamento di Carmiano
CARMIANO - Tutela dell'ambiente e smaltimento dei rifiuti al centro dell'azione amministrativa del Comune di Carmiano. Lo scorso 3 febbraio, c'è stata una gara per l’affidamento dei “lavori di risanamento di aree pubbliche del territorio attraverso la rimozione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti”, aggiudicata in via definitiva da “Edilia Restauri s.r.l.”, per un importo di 31.383,219 euro.
Il sindaco Giancarlo Mazzotta evidenzia a chi ha presentato un esposto, segnalando 20 zone critiche, che "non ha tenuto conto del programma di risanamento presente sul portale del Comune": "È sufficiente - spiega - consultare la sezione 'Bandi e contratti' per avere contezza dei siti pubblici già rilevati dall’amministrazione comunale. Si tratta di 28 siti, tutti documentati fotograficamente".
Altrettanto importante al primo cittadino appare la determinazione del 24 febbraio scorso, relativa alla concessione del finanziamento regionale per la rimozione e lo smaltimento di materiali contenenti amianto, provenienti da siti privati. Come previsto dalla Linea di azione 3, nel marzo 2013 il comune di Carmiano è stato ammesso a un finanziamento complessivo di 78mila euro, di cui 60mila di contributo regionale, e 18mila di cofinanziamento comunale (pari al 30%).
Il primo elenco degli interventi di bonifica è stato stilato a margine del primo avviso pubblico in base alle richieste presentate dai cittadini e accolte solo se provviste della necessaria documentazione, per un totale di 22.463,85 euro. A seguito del secondo avviso pubblico, è stato approvato un ulteriore elenco degli interventi di bonifica dei manufatti privati contenenti amianto. Nello specifico, attraverso la determinazione del 24 febbraio, sono state ammesse 45 domande di finanziamento su 46, per un importo totale di 13.480,82 (a fronte degli oltre 54mila euro messi a disposizione attraverso il secondo avviso).



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Rifiuti ed amianto, oltre 100mila euro impegnati per il risanamento di Carmiano
"Proprio in queste ore - chiarisce Mazzotta -, è stata avviata l’erogazione della seconda tranche dei finanziamenti (tra l’altro continuano a pervenire richieste dai cittadini, che accetteremo fino all’esaurimento delle risorse). Cifre che indicano l’impegno di questa amministrazione nella gestione dei rifiuti e nel contrasto del fenomeno delle discariche abusive a cielo aperto".


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Dalla pagina on-line "Pisticci.com" (del 09 Marzo 2014).
Idrocarburi nel Basento: intervenga anche Bernalda.Seguire l’esempio di Modugno
Il fiume  scorre e l’inquinamento pure, gli idrocarburi ritrovati nel Basento  all’altezza del ponte della ss106, confermano le nostre preoccupazioni  su un inquinamento diffuso che potrebbe trasformarsi in un disastro ambientale. Mentre il sindaco di Pisticci si limita a scambiarsi epistole con il presidente della regione Pittella (senza che i due  mettano in campo azioni significative), l’inquinamento avanza e interessa anche  il comune di Bernalda, ma potrebbe interessare anche la costa jonica e i comuni di Ginosa e Scanzano. Chiediamo pertanto (se non lo ha già fatto)  al Commissario straordinario di Bernalda, dottoressa Rosalia Ermelinda Camerini, di attivarsi immediatamente per mettere in campo tutte quelle misure di tutela e salvaguardia della salute pubblica e delle economie locali, e di garantire alla comunità di Bernalda  una tutela da eventuali danni  che la comunità e  il tessuto economico della cittadina  potrebbero avere. Intere economie  agricole e turistiche  potrebbero essere messe in serio pericolo dagli errori perpetrati in val Basento. Le amministrazioni comunali della val Basento seguano l’esempio del sindaco di Modugno (Ba), Nicola Magrone, che  dice stop a nuovi impianti industriali che possano provocare maggior inquinamento. Per questo ha disposto, con propria ordinanza, “la sospensione dell’insediamento di tutti i nuovi impianti industriali e produttivi che possano essere causa di maggior inquinamento nell’area industriale del suo comune. Il provvedimento, spiega l’Amministrazione, è “frutto di preoccupazione e precauzione rispetto a potenziali minacce per la salute dei cittadini e deriva dall’assenza di dati certi sulla qualità dell’aria nonostante i controlli previsti anche dalle prescrizioni ministeriali di Autorizzazione integrata ambientale emanate qualche anno fa”.
L’ordinanza del sindaco, si spiega “deriva dall’aver accertato che risultano carenti i controlli della qualità dell’aria che invece, secondo prescrizioni ministeriali, dovrebbero prevedere il monitoraggio in continuo soprattutto per Pm10 e Pm2.5?. In val Basento siamo in un area SIN da bonificare e con un pesante  inquinamento delle falde acquifere e del fiume Basento, cosa dobbiamo aspettare oltre  affinché  le istituzioni  agiscano come prevede la legge (non rinnovando ulteriori autorizzazioni per gli impianti a rischio inquinamento)  per tutelare la salute dei cittadini e le vere economie del territorio?

http://www.pisticci.com/territorio/6512-idrocarburi-nel-basento-intervenga-anche-bernaldaseguire-lesempio-di-modugno
Da il giornale on-line "GINOSANEWS" e da "Allnews", pagina di FB (del 08 Marzo 2014).
https://www.facebook.com/groups/securenews/?fref=ts
BARBARI IN AZIONE: AMIANTO E RIFIUTI NELLE CAMPAGNE 
QUOTIDIANO DI PUGLIA 8 MARZO 2014 di Nicola NATALE
I vandali continuano indisturbati a rovinare il paesaggio ginosino. 
L’ultima contrada presa di mira è  Fiumicello, sulla strada che collega Ginosa a Bernalda, quest’ultima in provincia di Matera.
Facendo un giro per la strada si rinvengono cumuli di coperture in eternit che come è risaputo contengono fibre di amianto nocive per la salute. L’allarme sulla pericolosità di questi abbandoni è stato più volte lanciato, ma i costi di smaltimento inducono i più a disfarsene violando la legge.
Intervenire dopo è molto più complicato anche perché quel tipo di rifiuti non possono essere smaltiti come gli altri ed incidono sui costi comunali. 
Ma sono anche i resti di attività edilizie ad essere abbandonati nelle campagne, spesso all’insaputa dei proprietari che se li ritrovano nei loro terreni. Ed alcune volte ad insaputa degli stessi committenti dei lavori edilizi, sicuri di aver pagato anche per il corretto smaltimento dei materiali di risulta.
In contrada fiumicello, una campagna altrimenti di grande valore paesaggistico, sono abbandonati tra le altre cose rifiuti di tutti i generi, da quelli elettronici che andrebbero consegnati presso la sede provvisoria della teknoservice, in attesa del completamento delle isole ecologiche a quelli ingombranti, come vecchi arredi ormai rotti di cui può anche esser chiesto il ritiro a domicilio.
Insomma c’è ancora chi pensa di ripulire vecchie case private sporcando invece il paesaggio circostante, facendo un danno non solo ai proprietari dei suoli, ma a chiunque in cerca di natura provi ad uscire dal perimetro delle mura di casa. 
E’ una violenza di cui spesso si sottovaluta il significato.
Cosa fare? A questo punto l’unica cosa da fare è aumentare l’educazione ambientale dei cittadini, perché possa costituire un freno a questi abbandoni illegali.
Amianto e rifiuti: gli ultimi abbandoni in contrada fiumicello

http://ginosanews.blogspot.it/2014/03/barbari-in-azione-amianto-e-rifiuti.html?spref=fb
Dalla pagina on-line "Olambientalista.it" (del 06 Marzo 2014).
Il fiume Basento è avvelenato dagli idrocarburi

Mentre i sindacati discutono su quelli che definiscono i “toni incomprensibili che mettono a rischio la tenuta produttiva di Tecnoparco”, cercando così di delegittimare la manifestazione di sabato scorso indetta dai comitati di cittadini, dalle istituzioni e dalle associazioni, una nuova “tegola” si annuncia sul capo dell’assessore all’ambiente Berlinguer, impegnato in questi giorni in un tour che sembra avere come obiettivo la ricerca di un “capro espiatorio”, piuttosto che risolvere le tante emergenze ambientali regionali. Una politica, questa, che la Ola definisce “gattopardesca”, che maschera i veri problemi irrisolti riconducibili al sistema delle autorizzazioni ambientali regionali, da Fenice al petrolio, da Tecnoparco in Val Basento a Matera, per finire alle autorizzazioni a bruciare rifiuti presso Italcementi o Pet Coke nello stabilimento Valdadige, per finire ai vertici dell’ Arpab, individuati forse questa volta come “capri espiatori” di responsabilità che sono soprattutto politiche. Ma l’elenco dei nodi in capo al dipartimento ambiente potrebbero continuare…
Ma la “tegola” quotidiana, oggi, viene dalla Val Basento e più precisamente da Pisticci con i dati relativi al secondo semestre sulle analisi condotte sull’acqua del fiume Basento che mostrano valori di idrocarburi pesanti (limite 50 mg/Kg) con punte pari a 112,3 mg/Kg a monte di Tecnoparco ed a valle dello stesso stabilimento con un valore di 68,2 mg/Kg . Lo si apprende da fonti comunali che segnalano come all’altezza del ponte della SS 106 il valore degli idrocarburi è pari a 76 mg/Kg.
Fonti di stampa comunicano oggi che le analisi, risultate addirittura con valori più elevati rispetto a quelli dei mesi precedenti, hanno indotto il sindaco di Pisticci, Vito di Di Trani, a segnalare il grave inquinamento in cui versa il fiume Basento ai Carabinieri del Noe, alla Provincia di Matera, all’Arpab, ASM, Prefettura di Matera e Consorzio ASI al fine di conoscere “cosa questi enti intendano fare per risolvere un problema divenuto ormai gravissimo” e che mette a repentaglio la salute dei cittadini e le attività agro-zootecniche della Val Basento.
http://www.olambientalista.it/il-fiume-basento-e-avvelenato-dagli-idrocarburi/
Da "Giampiero Calabrese" che ha condiviso da "Deputati PD", pagine FB.
L'Ambiente è un Bene Comune da Proteggere (del 26 Febbraio 2014).

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=727604977271910&set=a.155480634484350.33267.104652392900508&type=1&theater
https://www.facebook.com/groups/248859451887514/497666793673444/?notif_t=group_activity Da "Legambiente Onlus", pagina di FB (del 26 Febbraio 2014).
#buonenotizie
La Camera approva il disegno di legge sui reati ambientali.
Dopo 20 anni di battaglie, finalmente uno strumento efficace di indagine e di lotta contro le ecomafie.
[Leggi la nota stampa qui -> 

http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/finalmente-i-delitti-ambientali-nel-codice-penale]

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=711761612189283&set=a.151462121552571.30036.107492342616216&type=1&theater
Da "Felice Primo", pagina di FB (del 23 Febbraio 2014).  
Pomì : << solo pomodori padani >>
RUSPE AL LAVORO, TORNA L'INCUBO DISCARICA?
Nelle ultime ore sono giunte in redazione diverse segnalazioni riguardanti un'apparente ripresa delle attività all'interno della discarica di rifiuti di contrada Cappella Civile.
Le ruspe all'opera sul sito ormai inattivo hanno scatentato il timore, nutrito da molti cittadini, che si tratti di una sorta di anticamera della riapertura, soprattutto dopo l'ipotesi lanciata qualche settimana fa dal sindaco di Massafra Martino Tamburrano (a fronte di una potenziale emergenza rifiuti dovuta all'indisponibilità della discarica di Manduria) che possano essere aperte discariche ora inattive. Come quella di Castellaneta, realizzata dalla "Diseco srl" e al centro, in passato, di un vero e proprio scontro politico cittadino.
A Palazzo di Città, però, sembrano tutti abbastanza tranquilli: fonti attendibili, infatti, parlano di normali attività di manutenzione del sito. Sostanzialmente, quindi, la situazione appare ferma a quanto dichiarato già qualche settimana fa dal sindaco Giovanni Gugliotti, che sollecitato da ViViCastellaneta sul tema aveva prontamente scacciato l'ipotesi "riapertura" (clicca qui per rivedere la videointervista).

http://vivicastellaneta.it/notizie/item/2633-ruspe-al-lavoro-torna-l-incubo-discarica#.Uwdovijwj4Q.facebook
Da "La Goccia", pagina di FB
COMUNICATO STAMPA : (del 20 Febbraio 2014).
IL SISTRI PARTE IL 3 MARZO MA LE PICCOLE IMPRESE SONO SALVE !!!
La Cna di Taranto esprime soddisfazione per lo slittamento delle sanzioni contenuto nel Decreto-Milleproroghe ed anche per l'ipotesi di escludere alcune categorie di piccoli produttori.
Ricordiamo che ,con questo slittamento, SONO SALVI DALL'APPLICAZIONE DI
UNA NORMA MOSTRUOSA , i piccoli artigiani come calzolai, orafi, tipografi, estetiste, barbieri, tatuatori, che venivano considerati alla stregua di grandi aziende produttrici di rifiuti “speciali”, e di tutte quelle imprese che si occupano della raccolta, del trattamento e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi.
"Esprimiamo soddisfazione per lo slittamento delle sanzioni previste dal Sistri a gennaio 2015. E per l'ipotesi avanzata dal ministero dell'Ambiente di escludere alcune categorie di produttori dal sistema di tracciabilità dei rifiuti".
Lo afferma la Cna di Taranto in un comunicato stampa. "Grazie a un emendamento approvato dalla Camera al Decreto legge Milleproroghe, che ora passa per il terzo e definitivo voto al Senato - continua la nota - anche se viene confermato l'avvio del Sistri dal 3 marzo, le sanzioni previste dal cervellotico sistema di tracciabilità dei rifiuti vengono prorogate al gennaio dell'anno prossimo". "Una novità importante - conclude il comunicato della Cna - è rappresentata dall'ipotesi, avanzata per la prima volta dal ministero dell'Ambiente, di escludere alcune piccole categorie di produttori dal sistema. Un primo passo sicuramente positivo, che recepisce le pressanti critiche al funzionamento della piattaforma tecnologica e alle procedure del Sistri, assolutamente insostenibili e ingiustificate per le piccole imprese"
Che cos’è il SISTRI
Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Amministrazione per permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania.
Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità.
La lotta alla illegalità nel settore dei rifiuti speciali costituisce una priorità del Governo per contrastare il proliferare di azioni e comportamenti non conformi alle regole esistenti e, in particolare, per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che sappia facilitare, tra l’altro, i compiti affidati alle autorità di controllo.
È questo il motivo per cui è stato realizzato il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti SISTRI, la cui gestione è stata affidata al Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente.(dal sito www.sistri.it)
UFFICIO STAMPA CNA TARANTO 

Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio
SISTRI Home Page (Sistema per il tracciamento dei Rifiuti)
http://www.sistri.it/
https://www.facebook.com/pages/LA-GOCCIA/110888118945271?fref=ts  
Da il giornale on-line "Piazzanews.it" ( http://www.piazzanews.it/ ), da "Piazza News-it", "Piazzanews.it" e il gruppo "PiazzaNews.it", pagine di FB (del 18 Febbraio 2014).
Piazzanews.it: RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Incendiato cumulo di rifiuti sulla strada secondaria per Taranto, strada provinciale 8, subito dopo lo spaccio di Magliari 

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=782992718377716&set=a.157955510881443.34153.125754560768205&type=1&theater
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10202754058960010&set=p.10202754058960010&type=1&theater
https://www.facebook.com/groups/533462036731060/?fref=ts

https://www.facebook.com/piazza.newsit?fref=ts

https://www.facebook.com/pages/Piazzanewsit/125754560768205?fref=ts 
Da il giornale on-line "Corriere.it" (del 18 Febbraio 2014).

La minaccia radioattiva alle porte di Taranto
Migliaia di fusti contenenti scorie che emanano radiazioni sono abbandonati da vent'anni in un deposito a 20 km da Taranto. Ecco le immagini inedite dell'interno del capannone
Video
Da vent’anni è in stato di abbandono, con 1140 metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati all’interno. L’ex Cemerad di Statte è una minaccia ambientale a soli 20 km da Taranto, con migliaia di fusti ammassati in torri alte fino a venti metri in un semplice capannone di lamiera. Vi mostriamo per la prima volta le immagini dell’interno del deposito, girate dagli investigatori del Corpo Forestale nel 1995, durante una perquisizione richiesta del procuratore di Matera, Nicola Maria Pace.
Da allora la situazione «non è migliorata» e i fusti hanno subito un «deterioramento inevitabile», secondo l’ex direttore del dipartimento nucleare dell’Ispra, Roberto Mezzanotte. Dopo una lunga vicenda giudiziaria il deposito della Cemerad è stato sequestrato e la ditta è fallita. A pagare la bonifica dovrà essere anche in questo caso la collettività, ma per ora sono stanziati solo i fondi per caratterizzare i rifiuti. Nessuno infatti ha ancora mai aperto i fusti per verificare cosa realmente contengano. Su alcuni dei fusti ritrovati nel deposito è riportata una data di decadenza della radioattività a 10mila anni, ricordano gli ufficiali della forestale che eseguirono la perquisizione.
Il proprietario della Cemerad, Giovanni Pluchino, era un personaggio chiave. Presidente dell’ordine dei chimici di Taranto, massone appartenente alla loggia Pitagora, aveva stabilito stretti rapporti societari con Enea e Nucleco, le società a capitale pubblico che si occupano della gestione del nucleare italiano. Nell’informativa preparata alla fine degli anni ‘90 dal Corpo forestale dello Stato erano indicati i rapporti commerciali della Cemerad: tra le tante società c’era la Setri di Cipriano Chianese, la mente dei traffici di rifiuti dei casalesi, legato - raccontano le indagini della Dda di Napoli - all’ambiente di Licio Gelli.

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/ambiente/minaccia-radioattiva-porte-taranto/3087f9ce-97e9-11e3-910c-771d54eec810.shtml
Da il giornale on-line "Corriere.it" (del 17 Febbraio 2014).
La minaccia radioattiva alle porte di Taranto
Migliaia di fusti contenenti scorie che emanano radiazioni sono abbandonati da vent'anni in un deposito a 20 km da Taranto. Ecco le immagini inedite dell'interno del capannone
Da vent’anni è in stato di abbandono, con 1140 metri cubi di rifiuti radioattivi stoccati all’interno. L’ex Cemerad di Statte è una minaccia ambientale a soli 20 km da Taranto, con migliaia di fusti ammassati in torri alte fino a venti metri in un semplice capannone di lamiera. Vi mostriamo per la prima volta le immagini dell’interno del deposito, girate dagli investigatori del Corpo Forestale nel 1995, durante una perquisizione richiesta del procuratore di Matera, Nicola Maria Pace. 
Da allora la situazione «non è migliorata» e i fusti hanno subito un «deterioramento inevitabile», secondo l’ex direttore del dipartimento nucleare dell’Ispra, Roberto Mezzanotte. Dopo una lunga vicenda giudiziaria il deposito della Cemerad è stato sequestrato e la ditta è fallita. A pagare la bonifica dovrà essere anche in questo caso la collettività, ma per ora sono stanziati solo i fondi per caratterizzare i rifiuti. Nessuno infatti ha ancora mai aperto i fusti per verificare cosa realmente contengano. Su alcuni dei fusti ritrovati nel deposito è riportata una data di decadenza della radioattività a 10mila anni, ricordano gli ufficiali della forestale che eseguirono la perquisizione. 
Il proprietario della Cemerad, Giovanni Pluchino, era un personaggio chiave. Presidente dell’ordine dei chimici di Taranto, massone appartenente alla loggia Pitagora, aveva stabilito stretti rapporti societari con Enea e Nucleco, le società a capitale pubblico che si occupano della gestione del nucleare italiano. Nell’informativa preparata alla fine degli anni ‘90 dal Corpo forestale dello Stato erano indicati i rapporti commerciali della Cemerad: tra le tante società c’era la Setri di Cipriano Chianese, la mente dei traffici di rifiuti dei casalesi, legato - raccontano le indagini della Dda di Napoli - all’ambiente di Licio Gelli.
Video
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/ambiente/minaccia-radioattiva-porte-taranto/3087f9ce-97e9-11e3-910c-771d54eec810.shtml
Da il giornale on-line "Trnews.it" (del 17 Febbraio 2014).
Idrocarburi nell’invaso del Pertusillo, si accendono i fari sull’acqua che beviamo
Dopo l'incontro No triv a Gallipoli in cui un'importante geologa dell'Università della Basilicata ha lanciato l'allarme idrocarburi nell'invaso del Pertusillo, si accendono i fari sull'acqua che beviamo.
LECCE- Quella sulla qualità dell’acqua del Pertusillo è una battaglia, di numeri, dati e pareri che va avanti da tempo. Però solo in Basilicata. Eppure le acque dell’invaso del Pertusillo sono quelle che dissetano tutto il Salento.
Non vuole creare allarmismo, ma alzare il livello di allerta sì, la geologa Albina Colella, docente dell’Università della Basilicata, che sabato, in un incontro organizzato dal Movimento Regione Salento a Gallipoli per dire “No alle trivelle”, ha snocciolato i dati frutto delle sue ricerche ed analisi.
Cosa c’entrano le trivelle con l’acqua che beviamo? È presto detto: l’invaso del Pertusillo si trova in piena Val d’Agri, dove c’è il più grande giacimento di idrocarburi finora sfruttato in terraferma dell’europa occidentale, con ben 26 piattaforme petrolifere (ognuna delle quali conta uno o più pozzi). La professoressa -prima con l’associazione ambientalista EHPA e poi con l’università- ha eseguito delle analisi. La Val d’Agri è un’area ricca d’acqua, con più di 600 sorgenti ed è emerso che le acque presentavano una concentrazione molto elevata di idrocarburi totali.


http://www.trnews.it/2014/02/17/idrocarburi-nellinvaso-del-pertusillo-si-accendono-fari-sullacqua-che-beviamo/12376630/ Da il giornale on-line il Nuovo "QuotianodiPuglia.it" (del 14 Febbraio 2014).
Ceneri di Cerano interrate negli uliveti blitz dei carabinieri a Manduria: sigilli a due aree, indagato ex sindaco
BRINDISI - Scoperta choc dei carabinieri: le ceneri provenienti dalla centrale a carbone di Brindisi, di proprietà dell'Enel, venivano interrate nelle campagne di Manduria.
In particolare sotto gli alberi di ulivo: è quanto emerso nell'ambito di indagini compiute dai carabinieri del Nucleo operativo di Lecce e del Nucleo investigativo del comando provinciale di Taranto su delega del pm della procura di Brindis, Giuseppe De Nozza.
Le indagini hanno portato al sequestro probatorio di due aree di circa 9.000 metri quadrati complessivi di pertinenza dell'azienda “Calò Calcestruzzi” di Manduria (Taranto), la cui sede è stata perquisita. L'azienda è dell'ex sindaco di Manduria Antonio Calò. Gli investigatori hanno scoperto che all'interno di un terreno di 6.000 metri interno al perimetro aziendale erano stati “tombati” rifiuti speciali, per l'appunto ceneri provenienti dalla centrale di Cerano (Brindisi). In un altro terreno di circa 3.000 metri quadrati, esterno al perimetro aziendale ma di proprietà della Calò Calcestruzzi, oltre alle ceneri sono state trovate terre e rocce da scavo miste a stratificato stradale. I carabinieri hanno anche sequestrato 212 formulari di identificazione dei rifiuti che riguardano proprio l'attività di conferimento degli scarti prodotti da Enel (estranea all'inchiesta), relativi agli anni 2009 - 2010 e 2011.
Sul posto sono stati eseguiti scavi con pale meccaniche ed escavatori che hanno fatto emergere i rifiuti che saranno analizzati. Il titolare dell'azienda, Antonio Calò, è indagato per esercizio di discarica abusiva, gestione illecita dei rifiuti e getto pericoloso di cose. 


http://www.quotidianodipuglia.it/brindisi/ceneri_di_cerano_interrate_negli_uliveti_blitz_dei_carabinieri_a_manduria_sigilli_a_due_aree_indagato_ex_sindaco/notizie/519761.shtml
Da "Allnews" di Nicola Natale, pagina di FB
LATERZA L'ISOLA ECOLOGICA RESTA AL FORO BOARIO. RESPINTO IL RICORSO DI QUADRIFOGLIO (del 13 Febbraio 2014).
QUOTIDIANO DI PUGLIA 13 FEBBRAIO 2014 di Nicola NATALE
Definitivo via libera per l’isola ecologica di Laterza presso l’ex foro boario.  Lo statuisce la recente sentenza del tribunale amministrativo regionale che ha respinto il ricorso presentato dalla cooperativa il quadrifoglio. 
Tutto questo mentre il progetto dell’isola ecologica definitiva è ancora in regione Puglia per superare i vincoli relativi al fatto di sorgere nei pressi della gravina, quindi  in zona sic (sito di importanza comunitaria) e zps (zona di protezione speciale). 
Per Lopane sono due gli insegnamenti da trarre rispetto alla sentenza. 
Il primo è la validità di seguire un iter corretto dal punto di vista tecnico ed amministrativo in base al decreto ministeriale 8 che regola la materia, anche per evitare i problemi avutisi con l’ex mattatoio. 
Il secondo aspetto è invece relativo al recupero di immobili comunali sia attraverso la loro riqualificazione funzionale quando possibile o in alternativa anche con la vendita: “questo patrimonio degli enti non può essere appannaggio di pochi ma dell’intera comunità”.
Nella Foto, L'ex foro boario prima della "riqualificazione" ad isola ecologica.

http://ginosanews.blogspot.it/2014/02/laterza-lisola-ecologica-resta-al-foro.html?spref=fb
https://www.facebook.com/groups/securenews/710243825664684/?notif_t=group_activity
Da "Net-unotv.com" ( http://net-unotv.com/ ) e "Net-unoTv WebTelevision", il gruppo NETunoTV
e Net Uno (https://www.facebook.com/net.uno.96?fref=ts), pagine di FB
Pubblicazioni dei coglioni di Net-unoTv e seguaci (fedelissimi pecoroni e "Lecca Culo").
DIOSSINA NEL LATTE MATERNO, 4 CASI SU 15 (del 12 Febbraio 2014).
Allarme di Legamjonici su prelievi fatti negli anni scorsi
TARANTO – In quattro casi su 15 campioni di 100 ml di latte ciascuno di donne residenti in vari quartieri di Taranto sono stati trovati valori compresi tra 4 e 15 picogrammi di diossine e furani per grammo di grasso presente nel latte, mentre la concentrazione massima di diossine ammessa nel latte è di 3 pg/g. I prelievi risalgono al 2008-2009 e soltanto nel 2011 sono stati ottenuti i risultati, pubblicati nel 2013 su una rivista internazionale e riproposti dagli ambientalisti di Legamjonici. (ansa)

http://net-unotv.com/index.php/diossina-nel-latte-materno-4-casi-su-15
https://www.facebook.com/netunotv?fref=ts
Da "Sulatestagiannilannes.blogspot.it" (del 11 Febbraio 2014).
LA CAUSA PRINCIPALE DEL CANCRO E’ L’INQUINAMENTO AMBIENTALE
di Gianni Lannes
La nocività su scala mondiale è ormai una prassi consolidata e più o meno mascherata. I veicoli di contaminazione: aria, acqua, cibo. Le cure sono importanti ma se non si incide radicalmente sulle cause, potremmo disquisire di trattamenti curativi per il tempo che ci resta da vivere, senza mai approdare a nulla.
Fateci caso: baroni accademici, sedicenti luminari, tuttologi blasonati non toccano mai la questione nodale: ovvero le cause del cancro. E' sufficiente una disamina della lettura scientifica internazionale per comprendere che le ragioni di determinate e numerose patologie sono da ricercare nell'inquinamento ambientale su cui non si focalizza mai l'attenzione.
Malattie e morte: il vero lusso di questi tempi è la salute. Una soluzione etica? Allora, impedire radicalmente l’inquinamento, bonificare il territorio a spese degli inquinatori, modificare a 360 gradi i sistemi di produzione industriale, curare le persone gratuitamente con metodi naturali, non invasivi, sottrarre la medicina alle multinazionali del profitto.
Qualche esempio a portata di immediato riscontro. Per chi desidera saperne di più, ecco l’analisi della rivista scientifica Nature che mostra gli effetti cancerogeni della chemioterapia, mentre qui quella di Pajonk sulla radioterapia responsabile del proliferare delle staminali del cancro.

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/02/la-causa-principale-del-cancro-e.html 
Da "Linkiesta.it" (del 11 Febbraio 2014).
http://www.linkiesta.it/ilva-sostanze-nocive 
Da "Presa Diretta", "Rai.Tv" (del 10 Febbraio 2014).
L'Italia dei fuochi - Presa diretta del 10/02/2014
Dal sud al nord del paese, il programma è stato in Campania tra le province di Napoli e Caserta, in Calabria, in Liguria, in Lombardia. Il racconto delle denunce dimenticate e gli allarmi inascoltati. La testimonianza di Carmine Schiavone, il collaboratore di giustizia che già nel 1997 aveva raccontato come i clan camorristici avevano seppellito migliaia di tonnellate di rifiuti tossici tra Napoli e Caserta. E quella di Carmine Liguori, raccolta pochi giorni prima della sua morte a 59 anni, l’unico vigile ambientale di Acerra, che ha pagato con la vita il suo impegno contro i traffici di rifiuti nella sua terra. E ancora in Liguria, a La Spezia per raccontare “il golfo dei veleni”, crocevia del traffico dei rifiuti fra nord e sud del paese. In Lombardia, fra cave, discariche autorizzate e abusive, tra amianto e rifiuti industriali pericolosi, per filmare le nuove frontiere dei traffici illeciti di rifiuti. Le inchieste della magistratura e le difficoltà delle bonifiche. Le storie di chi deve convivere con un territorio dove l’acqua, il suolo e persino l’aria sono inquinati e la salute è compromessa.
Video
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-6baeda0c-434b-4eea-9eea-77c273b62b43.html
Da il Quotidiano on-line "Basilicata24.it" (del 05 Febbraio 2014).
Rifiuti tossici. "Denuncia e muore in modo anomalo" 
Nel 2007 una Procura lucana ordinava di ispezionare un terreno in provincia di Matera. Scopo: trovare fusti di rifiuti tossici presumibilmente lì sepolti. Il figlio del proprietario di quel terreno ci ha raccontato fatti che riguardano quell’ispezione: “Si è trattato solo di una sceneggiata”. 
L'ispezione "necessaria". A maggio del 2007 un sostituto procuratore della Repubblica firmava un “decreto di ispezione”. Era la probabile conseguenza d’un procedimento penale ancora aperto a carico di ignoti su un presunto seppellimento di fusti radioattivi in Basilicata. Nel decreto c’era scritto che “è necessario procedere a un’ispezione del terreno con l’ausilio di personale dell’Istituto nazionale di Geofisica di Roma". Ometteremo il paesino lucano dove si trova quel terreno e altri dettagli, per salvaguardare chi ha voluto farci questo racconto. L’ispezione doveva “verificare la probabile presenza nel sottosuolo di fusti di rifiuti tossici". Le indagini vengono affidate alla Polizia, Squadra mobile per l'esattezza.... continua

http://basilicata.basilicata24.it/inchieste/inchieste-online/%E2%80%9Crifiuti-radioattivi-padre-denuncia-fatto-muore-circostanze-anomale-12129.php 
Da "Antenna Sud", Video da Youtube (del 21 Gennaio 2014).
TG 21.01.14 Nelle nostre case pericolo Radon il nemico silenzioso dei polmoni
Molti non sanno neppure cos'è, pochissimi sono informati sulla sua pericolosità. Parliamo del gas Radon, nemico silenzioso in agguato negli ambienti chiusi. Mentre comincia a diffondersi un allarme radon a Bari come in tutta Italia, scopriamo le caratteristiche e i danni potenziali di questo gas, in questo servizio. E poi ne parliamo con un ospite in studio.
https://www.youtube.com/watch?v=6XclPv1NeC0 
Da "Pizzica la Notizia", pagina di FB (del 21 Gennaio 2014).
13mila tonnellate di fanghi dragati dal porto di Taranto e smaltiti nelle campagne di Brindisi: eseguito oggi un nuovo maxisequestro dai carabinieri del Noe. Quei fanghi non solo nn sarebbero stati mai trattati, ma sarebbero stati anche mischiati con altri rifiuti.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=682044485152417&set=a.587673044589562.1073741828.584229161600617&type=1&theater 
https://www.facebook.com/pages/Pizzica-la-notizia/584229161600617
Da "Net-unotv.com" ( http://net-unotv.com/ ) e "Net-unoTv WebTelevision", il gruppo NETunoTV
e Net Uno (https://www.facebook.com/net.uno.96?viewer_id=1792878247), pagine di FB
Pubblicazioni dei coglioni di Net-unoTv e seguaci (fedelissimi pecoroni e "Lecca Culo").
Ambiente – FANGHI TOSSICI EX BELLELI SOTTO ULIVETI BRINDISINO (del 20 Gennaio 2014).
I carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce hanno sequestrato un impianto, con sede a Mesagne, nell’ambito dell’inchiesta del pm di Brindisi Giuseppe De Nozza sullo smaltimento dei fanghi provenienti dallo smantellamento della Belleli, ex azienda operante nel porto di Taranto, interrati nel Brindisino in terreni poi adibiti a uliveto o frutteto.
A finire sotto chiave, nell’ambito della stessa operazione, anche 17 autotreni, mentre sono tredici le persone indagate e quattro le aziende di Brindisi e Taranto coinvolte.
Nei mesi scorsi erano stati eseguiti sequestri preventivi di urgenza di terreni per diverse migliaia di metri quadri, ubicati fra Brindisi e Mesagne a ridosso della statale 7 Appia Taranto-Brindisi, in cui era stata accertata la gestione illecita di rifiuti speciali e l’esercizio di discarica abusiva.
Secondo quanto accertato il materiale di risulta, costituito oltre che dai fanghi anche da plastiche ed inerti da demolizioni edili, non sarebbe stato utilizzabile per ripristini ambientali in terreni agricoli, essendo i fanghi impiegabili solo per ricolmare aree ad uso industriale con falda acquifera naturalmente salinizzata. I fanghi sarebbero stati mescolati con il terreno, lì dove si è proceduto poi a piantare alberi di ulivo. Gli investigatori ritengono che l’operazione, oltre ad essere illegale, fosse una minaccia per la salute pubblica per la possibile contaminazione dei prodotti della terra. In zona, tra l’altro, ci sono numerosi frutteti.

http://net-unotv.com/index.php/ambiente-20gen-fanghi-tossici-ex-belleli-sotto-uliveti-brindisino
https://www.facebook.com/groups/299826353410756/635930889800299/?notif_t=group_activity
https://www.facebook.com/netunotv?viewer_id=1792878247 
Da "Comitato No Inceneritore" (del 17 Gennaio 2014).
No Inceneritore Matera
Ci siamo! Finalmente prende corpo il primo evento significativo fatto tutto da noi: il 22 gennaio sbarca a Matera il grande esperto Agostino Di Ciaula dove terrà, alle 18 in Sala Consiliare del Palazzo della Provincia, un incontro pubblico per parlarci dei rischi per la salute connessi all'incenerimento dei rifiuti. Al momento, non tutti i cittadini di Matera sono pienamente coscienti del pericolo che incombe sulla propria salute. Così, noi del comitato abbiamo pensato di chiamare nella nostra città una personalità di straordinaria competenza ed esperienza. Il dott. Agostino Di Ciaula,infatti, è referente per la Puglia di ISDE Italia (Associazione Medici per l’Ambiente affiliata all’International Society of Doctors for the Environment), medico Internista P.O. Bisceglie (BAT), esperto in prevenzione primaria ed in particolare, delle potenziali conseguenze sulla salute delle pratiche di incenerimento dei rifiuti. Come relatore ha tenuto decine di conferenze in tutta Italia sui principi e linee di indirizzo per un piano sostenibile di gestione della filiera dei rifiuti, sui principi e linee di indirizzo per un sistema energetico sostenibile per l’ambiente e per la salute.
Insomma, è un appuntamento da non perdere. E l'invito è per tutti. Segnalo anche tu sulla tua agenda!
http://noinceneritorematera.blogspot.it/2014/01/agostino-di-ciaula-matera.html  
Il chiaro esempio di quando ti vuoi disfare di qualcosa, dove la vai a buttare... ma in campagna.
Siamo in contrada Cavese, vicino al canale irriguo, subbito dopo il bosco di Cavese. Strada che si congiunge con la Strada Provinciale 8, abbiamo una enorme discarica abusiva a cielo aperto. Un disastro ambientale pauroso, dove percepiamo dalla mattina e per tutta la giornata, odori tossici provenienti da quell'area e dal terreno (che una volta era una cava di tufo), nei pressi della casa cantiera di color Rosa.



    
Da il giornale on-line Alternativasostenibile.it (del 16 Gennaio 2014).

Rifiuti di plastica: il Parlamento lancia l'allarme

Nella risoluzione approvata martedì, il Parlamento afferma che le plastiche più pericolose e alcuni sacchetti di plastica dovrebbero essere banditi entro il 2020, secondo la strategia dell'Unione europea per ridurre i rifiuti di plastica nell'ambiente. Inoltre, l'UE dovrebbe introdurre obiettivi vincolanti per il riciclaggio dei rifiuti di plastica.

http://www.alternativasostenibile.it/articolo/rifiuti-di-plastica-il-parlamento-lancia-l-allarme-.html
Da il giornale on-line ANSA (del 13 Gennaio 2014).
Ilva: ok Comm.Ambiente ad aumento capitale per attuare Aia
Sì a emendamento a dl,anche possibilità richiesta risorse a Riva
ROMA - Aumentare il capitale sociale per pagare l'attuazione dell'Aia. Questo, in sintesi, un emendamento sull'Ilva che ha ricevuto il via libera della commissione Ambiente, modificando così il testo del decreto sulle emergenze ambientali e industriali. L'emendamento prevede anche la possibilità di richiedere le risorse alla famiglia Riva.
"Per il reperimento delle risorse necessarie al risanamento ambientale e all'attuazione dell'Aia - spiega il presidente della commissione Ambiente alla Camera Ermete Realacci - è stato approvato un emendamento che, sostanzialmente, prevede due strade: la prima è l'aumento del capitale sociale; la seconda prevede la richiesta delle risorse alla famiglia Riva".
In base al testo dell'emendamento approvato (art.7), "al commissario straordinario, previa approvazione del Piano industriale, è attribuito il potere" di "richiedere al titolare dell'impresa le somme necessarie ai fini del risanamento ambientale", da un lato, e di "aumentare il capitale sociale a pagamento nella misura necessaria ai fini del risanamento ambientale", dall'altro; offrendo secondo questa seconda via le azioni "in opzione ai soci in proporzione al numero delle azioni possedute"; in tutti i casi "le azioni di nuova emissione potranno essere liberate esclusivamente mediante conferimenti in denaro".
Obiettivo del commissario straordinario deve essere il finanziamento degli "investimenti previsti per l'attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e per l'adozione delle altre misure previste nel Piano, delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria".
http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/istituzioni/2014/01/13/Ilva-ok-Comm-Ambiente-aumento-capitale-attuare-Aia_9891495.html  
Da "La Goccia", pagina di FB
Pubblicazioni dal coglione della "Goccia" (Stefano GIOVE) e seguaci (fedelissimi pecoroni e "Lecca Culo").
Altra segnalazione da parte di lettori: (del 09 Gennaio 2014).
Dal Sito Web Istituzionale della Regione Puglia 
SOCIETA’ ASECO
Avviso di deposito studio Impatto ambientale. http://www.regione.puglia.it/index.php?page=burp&opz=getfile&file=71.htm&anno=xliii&num=61

https://www.facebook.com/pages/LA-GOCCIA/110888118945271?fref=ts  
Dalla pagina on-line Firmiamo.it (del 04 Gennaio 2014).
Giustizia per il tenente Giuseppe Di Bello! 
Chiediamo giustizia per il tenente della polizia provinciale di
Potenza Giuseppe Di Bello, colpevole di aver agito per la tutela dell’ambiente e dei cittadini! Nel 2010 l'agente di polizia fu il primo a lanciare l’allarme sull’inquinamento del lago del Pertusillo, le cui acque risultavano soggette a forte inquinamento sia di natura microbiologica che di alte concentrazioni di metalli
pesanti (in particolare, ferro e manganese). Ma per quella coraggiosa denuncia invece di ricevere un premio ha ottenuto una condanna: tre mesi di reclusione e tre mesi di interdizione dai pubblici uffici con interruzione dello stipendio per il reato di "rivelazione di segreti d'ufficio". Trattandosi di un incensurato, la condanna non diventa effettiva. Di Bello in ogni caso non mette da parte il suo impegno civile ed è sempre lui a scoperchiare un altro caso scottante, che riguarda l'area industriale di Tito, in provincia di Potenza, dove sorgeva l'ex Liquichimica, diventata oggi una pericolosa discarica abusiva. Stavolta, la prefettura di Potenza gli notifica la revoca della qualifica di agente di pubblica sicurezza con l'accusa di “reiterato comportamento” e di “condotta di particolare gravità, tale da essere incompatibile con le delicate funzioni affidategli nella veste di agente di pubblica sicurezza”.
Una vicenda che ha del paradossale! Perché invece di punire i veri responsabili è stato punito un cittadino che si è presa la briga di denunciare.
http://firmiamo.it/giustizia-per-il-tenente-giuseppe-di-bello Da il giornale on-line "Il Desk - Quotidiano Indipendente" (del 04 Dicembre 2013).
Ok al decreto Terra dei fuochi: subito i militari, mappatura terreni entro 150 giorni
Il consiglio dei ministri approva il provvedimento, annunciato da un tweet del premier Letta
ROMA - Annunciato dagli ormai rituali tweet del premier Letta e del ministro De Girolamo, il consiglio dei ministri approva il decreto legge sulla Terra dei Fuochi. Con il provvedimento, secondo fonti ministeriali, viene introdotto nel codice penale il reato di combustione dei rifiuti. Stabilita anche la perimetrazione delle aree agricole interessate e della campagna ed entro 150 giorni tutti i terreni saranno controllati. "Una parte" del decreto riguarda "la classificazione dei suoli per sapere se sono coltivabili o meno, sulla base di parametri certi" twitta dal suo profilo il ministro per l'Ambiente, Andrea Orlando. Il decreto, inoltre, "sblocca le risorse per far fronte ai danni" e "le risorse necessarie per intervenire nell'attivita' di bonifica".
MILITARI - Nel provvedimento spuntano anche i soldati, come presidio anti veleni (un disegno di legge è già all'esame della Camera). Cè infatti anche la possibilità "di utilizzare i militari per consentire un presidio del territorio, una misura importante" scrive, nella compulsiva gara su Twitter, la De Girolamo.

http://www.ildesk.it/newslong.php?id=3559 
Da "La Terra dei Fuochi", pagina FB (del 03 Dicembre 2013). 
Il "brodo di coltura" di certa politica, soldi e appalti!
Il LORO CHIODO FISSO: solo le BONIFICHE
Quando i Media vogliono, dicono tutta la verità. Difatti ecco le testuali parole del servizio di questa mattina al TG-R:
<<Il Governatore Stefano Caldoro e il Premier Enrico Letta hanno parlato dell'impianto normativo (cd legge) necessario per intervenire subito, prima di tutto, sulle bonifiche. Di certo finora si sa solo che ci saranno pene più severe per chi inquina e che i siti contaminati saranno perimetrati rapidamente. Per sbloccare i FONDI EUROPEI destinati alla terra dei fuochi servirà un provvedimento amministrativo oppure una legge. Il decreto approda nel Consiglio dei Ministri.>>
Oggi dunque, il D.L. per sbloccare i FONDI del prossimo MAGNA MAGNA che servirà per spartirsi voti e clientele politico-imprenditoriali per i prossimi anni a venire. Amen
Video TG Regionale
Da il giornale on-line "Il Fatto Quotidiano.it" (del 26 Novembre 2013).
Emergenza Rifiuti News 
Da il giornale on-line "Il Fatto Quotidiano.it" (del 26 Novembre 2013).
Rifiuti tossici nel Salento, dietrofront della Procura di Lecce: aperta inchiesta (del 26 Novembre 2013).
Dopo la pubblicazione online da parte del M5S delle foto e di rilievi a infrarossi dei carabinieri, i magistrati leccesi decisero di non effettuare nuove indagini. Ora la retromarcia.
Da il giornale on-line "Il Fatto Quotidiano.it" (del 25 Novembre 2013).
Rifiuti, arriva la sanatoria della vergogna. Niente multe ai sindaci sulle discariche
Il collegato ambientale alla Legge di stabilità del governo proroga e posticipa gli obiettivi della raccolta differenziata per i Comuni. E di fatto solleva migliaia di amministratori dal rischio di pagare di tasca propria i danni provocati dal mancato rispetto di quei tetti. Un colpo di spugna che rischia di costare caro ai contribuenti italiani sui quali già pendono infrazioni europee per 100 milioni di euro...
Dall’Europa multe per 100 milioni
Sono quattro le procedure di infrazione Ue all’Italia per eccessivo conferimento di rifiuti, discariche abusive e fuori norma. Allo stato più avanzato la 2003/2077, relativa a 218 discariche da bonificare in 18 regioni, che pende davanti alla Corte di giustizia. L’Italia rischia una multa di 61,5 milioni di euro e una multa giornaliera di 256.819 euro per ogni giorno successivo alla sentenza fino al momento di messa in regola. Altre procedure riguardano la Campania, per cui abbiamo già ricevuto una condanna con richiesta di sanzioni per 10 milioni e 250mila euro l’anno che dopo tre anni sono arrivate a quota 34 milioni. Segue la procedura sul ciclo rifiuti in Lazio innescata dalla discarica di Malagrotta (chiusa il 1 ottobre). E’ allo stadio di parere motivato, invece,  la 2011/2215 su 102 discariche fuori legge in 14 regioni.
Da il giornale on-line "JonicaNotizie" o "JonicaTv.wordpress.com" (del 25 Novembre 2013).
Nucleare: rientro scorie nucleari italiane e restituzione delle scorie di Elk River agli Usa
Si torna a parlare 90.000 metri cubi di scorie nucleare da ubicare in un sito unico nazionale, di cui una parte considerevole di scorie nucleari dovrebbe rientrare in Italia dopo il riprocessamento del combustibile esausto dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Svezia. Il rientro del combustibile lavorato all’estero (si riprocessa il vecchio ottenendo un poco di combustibile riutilizzabile per usi pacifici/bellici e rifiuti di lavorazione in modo esponenziale) è stabilito da contratto. Si paga la lavorazione (non sappiamo che fine fa il combustibile ricavato) e i rifiuti e/o le scorie nucleari vetrificate tornano ai legittimi proprietari.
Tutti ora si pongono il problema di dove rimpatriare queste scorie e ubicare il sito unico nazionale con un centro ricerche, anche i siti da dove è partito il combustibile da riprocessare (ad esempio Caorso).
Occorrerà del tempo per realizzarlo, minimo 4 anni e la roulette russa nucleare torna a girare sulla penisola Italiana....
https://jonicatv.wordpress.com/2013/11/25/nucleare-rientro-scorie-nucleari-italiane-e-restituzione-delle-scorie-di-elk-river-agli-usa/  
Da il giornale on-line "Altreconomia.it" (del 24 Novembre 2013).
Rifiuti nei cementifici? Sale il rischio-tumore.
Il 22 ottobre la Camera ha adottato una mozione di maggioranza, favorevole alla combustione di Css nei forni. Ma uno studio pubblicato negli Usa dalla rivista "Environmental Health" evidenzierebbe una correlazione positiva tra le emissioni di diossine e l'insorgere di Linfomi non-Hodkin per chi vive nei pressi di questi impianti....

http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=4344  
Da "Net-unotv.com" ( http://net-unotv.com/ ) e "Net-unoTv WebTelevision", il gruppo NETunoTV
e Net Uno (https://www.facebook.com/net.uno.96?viewer_id=1792878247), pagine di FB
MARINA di GINOSA - Un lettore scrive: (del 20 Novembre 2013).
La strada che dal depuratore porta sulla sponda del Bradano. Una discarica a cielo aperto che di volta in volta viene incendiata producendo fumi carichi di diossina.... La terra dei fuochi anche qui

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=421333167992063&set=pcb.606015966125125&type=1&theater
https://www.facebook.com/groups/299826353410756/608369379223117/?notif_t=group_activity 
https://www.facebook.com/netunotv?hc_location=stream 
Da "Youtube"
SALENTO RIFIUTI TOSSICI: BARI APRE UN'INCHIESTA, LECCE NO (del 06 Novembre 2013).
da "tele ramanews"
http://www.youtube.com/watch?v=jMo86IwiBwA
RIFIUTI "FANTASMA" ANCHE IN PUGLIA (del 06 Novembre 2013).
Rifiuti radioattivi, fanghi nucleari e veleni sotterrati. Un business, quello del traffico dei rifiuti, da 600-700 milioni di lire al mese.
Si poteva immaginare "che nel giro di vent'anni morissero tutti" -- ha detto in un'audizione del 1997, Carmine Schiavone, pentito del Clan dei Casalesi davanti alla Commissione ecomafie.
Verbali resi pubblici solo qualche giorno fa grazie all'intervento della Presidente Boldrini.
''Si tratta della prima volta che la presidenza della Camera - senza che questo sia richiesto dalla magistratura - decide di rendere pubblico un documento formato da Commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto'', sottolinea la presidente. ''Lo dovevamo in primo luogo ai cittadini, che hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile".
da "ta1news" 
http://www.youtube.com/watch?v=StHVXdB2tEc
TGR Puglia, 02/11/2013 - Mafia e rifiuti (del 04 Novembre 2013).
Intervento del Consigliere Regionale Fabiano Amati sul tema Mafia e rifiuti
TG3 Puglia, 2/11/2013 edizione delle 19,35
da "fabianoamati"
http://www.youtube.com/watch?v=geuPkwlEXJ8
Da il giornale on-line di "Legambiente.it" (del 02 Novembre 2013).
Verbali pentito Schiavone, 16 novembre in piazza perche' la Terra dei fuochi si trasformi in Terra Pulita
Terra dei fuochi: sono trascorsi 17 anni da quella Commissione bicamerale sull'ecomafia dove il pentito Schiavone ha rilasciato le sue pesanti dichiarazione. E in questi anni la politica bipartisan non è riuscita ad approvare introduzione dei delitti ambientali nel codice penale. Dobbiamo aspettare altre 17 anni?
E intanto, in quella terra, si continua a bruciare...
Il 16 novembre saremo a Napoli, per dire BASTA.
[http://bit.ly/1hC66iM]

http://www.legambiente.it/16-novembre-in-piazza-per-Terra-dei-Fuochi
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=651974258168019&set=a.151462121552571.30036.107492342616216&type=1&theater
Da il giornale on-line "Il Desk - Quotidiano Indipendente" (del 01 Novembre 2013).
Schiavone: "I veleni del nord seppelliti pagando 1/5 della norma"
I verbali dell'audizione tenuta dal collaboratore di giustizia nel '97: "il traffico fu iniziato da mio cugino Sandokan Schiavone e Francesco Bidognetti negli anni '80, avvalendosi di Gaetano Cerci, che faceva da tramite con alcuni signori del centronord"

http://www.ildesk.it/newslong.php?id=2820 
Da il giornale on-line di "Campaniasuweb.it" (del 01 Novembre 2013).
Cade il segreto sui verbali di Schiavone - IL DOCUMENTO
Le dichiarazioni del pentito, rilasciate di fronte alla Commissione Parlamentare di inchiesta sul ciclo rifiuti del 1997, saranno rese pubbliche e disponibili sul sito della Camera dei Deputati. Boldrini: «Prima volta che succede senza richiesta della magistratura»
 
Da il giornale on-line "QuotidianodiPuglia.it" (del 01 Novembre 2013). 
La rivelazione dell'ex boss dei Casalesi «Terra salentina infettata dai rifiuti»
LECCE - «Infettata»: usa questo termine Carmine Schiavone, ex boss dei Casalesi e collaboratore di giustizia, per definire la terra del Salento, della Puglia, di tutto il Mezzogiorno. Infettata dai rifiuti tossici, per la precisione.
http://www.quotidianodipuglia.it/lecce/la_rivelazione_dellex_boss_dei_casalesi_terra_salentina_infettata_dai_rifiuti/notizie/348405.shtml 
Da "Cittadini e lavoratori liberi e pensanti", pagina di FB (del 31 Ottobre 2013).
Presso Tribunale di Taranto.
Sono 56 pagine da gustare con gli occhi
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=545170615557503&set=a.545170358890862.1073741878.353368881404345&type=1&theater
https://www.facebook.com/CittadiniELavoratoriLiberiEPensanti
Da "Noi Vogliamo il Registro Tumori a Taranto", pagina di FB (del 31 Ottobre 2013).
PRIMA PAGINA DI TARANTO OGGI. IN PRIMA PAGINA LE FACCE DEGLI INDAGATI.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=614151935309300&set=a.412095222181640.92933.124592730931892&type=1&theater
https://www.facebook.com/pages/Noi-vogliamo-il-registro-tumori-a-Taranto/124592730931892 
Da il giornale on-line "Agipress.it" (del 22 Ottobre 2013).
SALUTE - Inquinamento atmosferico è ora classificato come CANCEROGENO 
Dal 17 ottobre l'inquinamento atmosferico esterno è stato classificato nel Gruppo 1, cioè cancerogeno per l'uomo.
AGIPRESS - FIRENZE - Si può morire di cancro al polmone anche per inquinamento dell'aria? Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) dice di sì. Il 17 ottobre rimarrà una data storica per l'epidemiologia, la tossicologia e la salute pubblica. Il 17 ottobre scorso infatti la massima autorità mondiale in fatto di studio degli agenti cancerogeni ha presentato a Parigi i dati della monografia numero 109 dedicata, appunto, all'”outdoor air pollution”.
L'inquinamento atmosferico esterno è stato classificato nel Gruppo 1, cioè cancerogeno per l'uomo: come il cloruro di vinile, la formaldeide, l'amianto, il benzene, le radiazioni ionizzanti.

http://www.agipress.it/agipress-news/attualita/ambiente/salute-inquinamento-atmosferico-e-ora-classificato-come-cancerogeno.html
Da "Net-unotv.com" ( http://net-unotv.com/ ) e "Net-unoTv WebTelevision", il gruppo NETunoTV
e Net Uno (https://www.facebook.com/net.uno.96?viewer_id=1792878247), pagine di FB
Laterza – Sequestrata Discarica Abusiva su Area Comunale (del 19 Ottobre 2013).
http://net-unotv.com/index.php/laterza-19ott-sequestrata-discarica-abusiva-su-area-comunale https://www.facebook.com/groups/299826353410756/635930889800299/?notif_t=group_activity
https://www.facebook.com/netunotv?viewer_id=1792878247 
Da il giornale on-line "Today" (del 19 Ottobre 2013).
Mafia, il business dei rifiuti vale 3,9 miliardi: "Campi contaminati, allarme per le coltivazioni"
Mafia, il business dei rifiuti vale 3,9 miliardi: "Campi contaminati, allarme per le coltivazioni"
Mafia, il business dei rifiuti vale 3,9 miliardi: "Campi contaminati, allarme per le coltivazioni"
In testa alla classifica delle regioni con la maggior percentuale di siti inquinati rispetto alla superficie totale e' la Campania, con il 18% del suo territorio da bonificare, davanti a Sardegna, Lazio e Piemonte



http://www.today.it/cronaca/terreni-contaminati-italia-classifica-regioni.html
Benvenuti nella terra del Biocidio, dove l'immondizia uccide (del 19 Ottobre 2013).
Terra dei Fuochi, benvenuti nella terra del Biocidio, dove l'immondizia uccide
Trentacinque milioni di tonnellate di rifiuti tossici, un tasso di incidenza delle patologie tumorali al di sopra della media nazionale e l'aspettativa di vita più bassa d'Italia: la Terra dei Fuochi, dove si muore nel silenzio



http://www.today.it/cronaca/terra-fuochi-morti-cancro.html 

Da "Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti", pagina di FB (del 05 Ottobre 2013).

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=529169117157653&set=a.355187567889143.79577.353368881404345&type=1&theater
https://www.facebook.com/CittadiniELavoratoriLiberiEPensanti
Da il giornale on-line "Il Mattino" (del 02 Ottobre 2013).
Scorie e fanghi dal Nord a Pianura, ecco i registri dell'avvelenamento | Leggi il documento
Una marea di veleni intossica non solo l’area nord, ma anche il cuore della città. A Pianura, uno degli scersatoi più grandi d’Italia, sono arrivate dalle industrie del Nord almeno 57 mila tonnellate di fanghi, morchie di verniciature, resine, terre di fonderia, cosmetici scaduti, e perfino scorie e ceneri di alluminio (una tonnellata e mezzo delle fonderie Riva di Parabbiago. E poi 5 milioni di tonnellate di rifiuti speciali di cui, nel registro di ingresso della Di.Fra.Bi, non risulta la provenienza.
E ancora, lo scriveva già nel luglio del 1993 l’allora presidente della commissione provinciale ambiente, Casimori Monti, in una relazione acquisita dalla magistratura, nello sversatorio sono finite 1000 tonnellate di rifiuti provenienti dall’Acna di Cengio. In realtà Monti riporta una nota dell’allora assessore all’ambiente della Provincia, Raffaele Perrone Capano che al ministero dell’Ambiente comunicava l’avvenuto sversamento attestando la conguità dei rifiuti rispetto alle autorizzazioni concesse all’impianto. Una congruità risultante dalle analisi allegate alle bolle di accompagnamento: in pratica ad affermarla era il controllato.
http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/rifiuti_pianura_veleni_nord_documento_esclusivo/notizie/333665.shtml
Da "No al Nucleare" (video), pagina di FB (del 27 Settembre 2013).
Io, che ero a Caivano ieri mattina, vi maledico
Politici ciechi e industriali del Nord complici della camorra. Sono stata male a respirare quei veleni

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10151707942608177&set=a.94001218176.81908.82044863176&type=1&theater 
https://www.facebook.com/pages/NO-AL-NUCLEARE-video/82044863176
Da il giornale on-line "VesuvioLive.it"

Ecco l’elenco dei 47 comuni devastati dalle Ecomafie (25 Settembre 2013).
Il sito Vocenuovatv.it ha pubblicatonella giornata di ieri, il drammatico elenco dei 47 comuni pericolosamente inquinati dalle ecomafie. La paura cresce insieme al numero di morti per cancro.
http://www.vesuviolive.it/denunciamo/2656-ecco-lelenco-dei-47-comuni-devastati-dalle-ecomafie/
Dalla pagina on-line di "Fanpage.it" (del 24 Settembre 2013).
Rifiuti in Campania e Terra dei fuochi: il più grande avvelenamento di massa in un Paese occidentale.
25 anni di cronaca, di inchieste giudiziaria, di proteste, 25 anni in cui è stato fatto di tutto al corpo e all’anima di questi territori e di queste comunità e nessuno è responsabile. 25 anni di mala politica, di corruzione, di collusione e connivenza tra politici e criminali. Un buco nero che ha inghiottito giustizia, diritti, salute, bene comune.
Sulla correlazione tra rifiuti combusti – quello dei roghi è un altro fenomeno gravissimo correlato alla crisi dei rifiuti – e patologie tumorali segnalo l’intervista a Pietro Comba, responsabile del dipartimento Epidemiologia Ambientale dell’Istituto Superiore della Sanità.
La situazione è drammatica e insostenibile sul piano della salute. Ogni giorno vengono smaltite non meno di 30mila tonnellate di rifiuti tossici industriali, gran parte di queste attraverso roghi. Per ogni borsa prodotta in nero e venduta in strada a Napoli o a Caserta c’è mezzo chilo di rifiuto smaltito e nessuno sa come. La “terra dei fuochi” è la più grande industria in regime di evasione fiscale che il mondo possa immaginare (Antonio Marfella, tossicologo e oncologo dell’Istituto Nazionale Tumori Irccs “Fondazione G. Pascale” di Napoli e referente di Medici per l’Ambiente - Roghi tossici, Campania come Taranto: 32 associazioni citano Regione, Provincia e 32 Comuni 14/10/2012).
 
Da il giornale on-line "IlQuotidianoweb.it" (del 29 Luglio 2013).
Strani movimenti dalla Trisaia di Rotondella. Il giallo delle scorie trasferite nella notte.
La scorsa notte circa trecento agenti di scorta hanno bloccato la statale 106 jonica dalle 3 alle 6 del mattino. Un cargo blindato, forse contenente gli scarti dell'Itrec, si è spostato da Rotondella a Gioia del Colle 
La mappa dell'area dove si trova l'Itrec (immagine dal sito della Ola ambientalista) 

http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/715175/Nucleare--M5S-interroga-il-governo.html 
Da "Youtube"

Incendio discarica rifiuti tossici Santeramo in Colle 10/08/2012 (del 18 Agosto 2012).
Una nube di natura incerta si libera nei cieli di Santeramo in Colle. Si tratta dell'ennesimo incendio all'interno di una delle discariche di rifiuti tossico-nocivi più grandi d'Italia. Il sito sequestrato dalle unità competenti ,a cielo aperto e senza nessuna norma di messa in sicurezza(2001-2012), incide pesantemente sulla salute di chi vive nel circondario. Depositate abusivamente, travi in legno delle vecchie linee ferroviarie bandite dall'UE perchè impregnate di CREOSOTO. Per ulteriori informazioni consultare "Operazione Murgia violata" . Attendiamo i risultati delle opere di caratterizzazione del sito.
Puglia, aprile 2002
Un incendio verificatosi nell'aprile 2001 in una discarica abusiva di Santeramo in Colle (Ba) pone subito in allerta le forze dell'ordine che fanno partire indagini più approfondite. Al termine dell'inchiesta emerge un vasto traffico illecito di rifiuti con la Murgia barese come centro nevralgico di smaltimento di migliaia di rifiuti speciali provenienti dal centro nord dell'Italia. Nei terreni agricoli del barese finisce di tutto: fanghi del comparto toscano della conceria, fanghi industriali di impianti di depurazione di Lazio e Toscana, scorie e polveri di abbattimento fumi di industrie siderurgiche della Lombardia e del Veneto, pneumatici triturati della Campania, rifiuti derivanti da attività di bonifica di siti inquinati, terre disoleate della Liguria e dell'Umbria e trasformatori contenenti olio contaminato da Pcb. 

da "murgia pulita"  
http://www.youtube.com/watch?v=2SWWFvvSloc

Documentario - Basilicata - Rifiuti connection (del 27 Febbraio 2011).
La Basilicata, piccola regione del Sud Italia, presenta tutte le caratteristiche di una vera e propria bomba ecologica a cielo aperto, dove si nascondono pesanti eredita' ed interessi legati allo smaltimento dei rifiuti.
da "vivereilvulture" 
http://www.youtube.com/watch?v=I7ayt6A5yXo 
Presenza di Rifiuti Tossici nella Terra dei Fuochi (Campania), in Puglia, nel Ovest Tarantino (Ginosa, Laterza ecc.) e in Basilicata.
Servizio del "TG3 Rai" (del 21 Ottobre 2010).
Quei nomi di Terzigno... (Video)
A Taranto agricoltori che vendono le loro aziende ormai in profonda crisi a imprenditori campani interessati a terreni da utilizzare come possibili discariche. In un'inchiesta spuntano nomi, guarda caso, di Terzigno Servizio di Pierdamiani D'Agata
Da precisare che in questo servizio, l'area interessata del territorio di Taranto è il versante Occidentale, in questo caso: Ginosa e Laterza, visto che gli imprenditori agricoli intervistati sono di quei 2 paesi. Ma questo problema su cui stanno indagando i finanzieri va avanti dal 2003, anno in cui, si volevano portare scorie nucleari nell'area di stoccaggio del comune di Scanzano Jonico, nella provincia di Matera - Basilicata.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dd6d73ec-8a5f-451d-8bbc-d0f94c91b0b6-tg3.html?p=0
Da "Youtube"
TG 16.07.10 A Canosa e Taranto i rifuti tossici provenienti dalle Marche (del 17 Luglio 2010).
Anche la Puglia è coinvolta nel traffico di rifiuti tossici scoperto dalla procura di Napoli e dal Noe di Ancona. Nelle discariche di Canosa e Taranto finivano tonnellate di rifiuti trattati solo sulla carta, particolarmente pericolosi. http://www.antennasud.com
da "Antenna Sud"   
http://www.youtube.com/watch?v=aQZgJI-pejQ
Dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" (del 29/06/2010). 
A "Marina di Ginosa" gestione illecita di Rifiuti.
Dal "Quotiano di Taranto Provincia" (del 29 Giugno 2010).     
   

 

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